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Roberta Ferranti - "Creazione"

Portfolio: sei immagini a colori, formato quadrato, stampa su carta Canson lucida, predominante cromatica rosso.

 

Il progetto "Creazione" esplora il tema della procreazione umana, concentrandosi in particolare sul concepimento in età avanzata e sul crescente ricorso alla procreazione assistita. Attraverso l’uso di metafore visive, il lavoro analizza gli aspetti biologici legati alla creazione della vita, evidenziando come l’adozione di procedure standardizzate durante il concepimento possa influire negativamente sul successo di una gravidanza.

 

Prima immagine: La trasmissione transgenerazionale

La prima fotografia del portfolio raffigura il volto di una giovane donna, avvolto in un fazzoletto dai colori vivaci che richiama la decorazione tradizionale delle matrioske, le iconiche bambole russe di legno. Attorno al volto della donna si dispongono una serie di contenitori rotondeggianti, evocativi delle matrioske stesse, ognuna al loro interno racchiudente una figura più piccola. Questo richiamo visivo serve a rappresentare metaforicamente il fenomeno noto come trasmissione transgenerazionale della riserva ovarica.

Una metafora di continuità generazionale

L’immagine si propone di simboleggiare il profondo legame biologico tra le generazioni femminili. Durante lo sviluppo embrionale, una donna forma già nel proprio corpo tutti gli ovuli che avrà nel corso della sua vita. Questo processo straordinario implica che gli ovuli che daranno vita ai figli di una donna sono presenti nel suo corpo quando lei stessa è ancora un feto, sviluppandosi all’interno del grembo della propria madre.

Attraverso la disposizione stratificata delle matrioske, l’immagine esprime il concetto di continuità generazionale:

  • La matrioska più grande rappresenta la nonna, che porta in sé la madre durante la gravidanza.

  • La seconda matrioska rappresenta la madre, che durante il suo sviluppo embrionale forma le ovaie contenenti gli ovuli della figlia.

  • La matrioska più piccola raffigura la figlia, simbolo del futuro, già plasmato dalle generazioni precedenti.

Le matrioske, con la loro disposizione una dentro l’altra, diventano un simbolo universale della trasmissione di eredità biologica, genetica e culturale. Questa immagine suggerisce che la creazione della vita non è un evento isolato, ma il risultato di un lungo processo che connette passato, presente e futuro. 

 

Seconda immagine: La procreazione assistita

La seconda immagine rappresenta il crescente ricorso alla procreazione assistita, necessario per le donne che scelgono di avere figli in età avanzata. La stimolazione ovarica, raffigurata metaforicamente, avviene tramite iniezioni di estrogeni nell'addome, per favorire la produzione e maturazione degli ovuli. Una stanza con pareti rosse simboleggia l'utero, mentre le ceste rappresentano le ovaie e gli spilli conficcati nelle ceste richiamano gli aghi delle siringhe utilizzate.

 

Terza immagine: I rischi della stimolazione eccessiva

L’eccessiva stimolazione ovarica, illustrata nella terza foto, è rappresentata da un accumulo di matrioske nell’utero. Questo fenomeno può compromettere il successo della gravidanza, aumentando i rischi per la salute della donna.

 

Quarta immagine: L’asportazione degli ovuli eccedenti

In alcuni casi, l'asportazione degli ovuli eccedenti è necessaria. Questa procedura, rappresentata nella quarta immagine, comporta rischi significativi, come emorragie potenzialmente pericolose per la donna.

 

Quinta immagine: Conseguenze dell’asportazione

La quinta fotografia raffigura un utero che inizia a sanguinare, conseguenza delle numerose punture necessarie per l’asportazione degli ovuli.

 

Sesta immagine: Complicazioni fisiche

L’ultima immagine mostra gli effetti dell’accumulo di liquidi nell’addome: gonfiore e difficoltà respiratorie, che in alcuni casi richiedono interventi medici complessi e invasivi.

 

Riflessione finale

Il progetto fotografico si chiude con una riflessione sugli interrogativi etici e sociali legati alla procreazione assistita. Le donne che ricorrono a questo metodo sono percepite come "meno madri"? I bambini nati grazie alla fecondazione assistita sono considerati "meno figli"? Questa stessa domanda si pone nel confronto tra immagini generate artificialmente e fotografie tradizionali: possono essere considerate "meno fotografie"? E gli autori meno fotografi?

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